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Un ricordo di Renato Dell'Andro. | Diritto | Eugenio Scagliusi

Eugenio Scagliusi

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Un ricordo di Renato Dell'Andro.

Un ricordo di Renato Dell'Andro.


Leggevo il giornale di oggi. L'ho chiuso ed ho aperto la mia pagina “facebook”. Questo social, "facebook", mi chiede "a cosa sto pensando". Va bene. Lo scrivo. Adesso mi va di ripeterlo qui.

A cosa sto pensando? Sto pensando che l'ultimo pugliese alla Corte Costituzionale è stato Renato Dell'Andro.

Bene, oggi, adesso, in questo momento, mi va di ricordare chi sia stato Renato Dell'Andro. Perché mi pare possa essere utile a tutti, non solo ai più giovani. Così, giusto per capire e senza alcun paragone con nessuno...

Renato Dell'Andro non è stato solo parlamentare ed europarlamentare, quattro volte sottosegretario al Ministero di Grazia e Giustizia. Oggi queste cariche potrebbero essere giudicate anche non qualificanti da parte di qualcuno.
Renato Dell'Andro è stato soprattutto un fine ed apprezzato giurista, stimato accademico, autore di numerose pubblicazioni, allievo di Aldo Moro e suo successore nelle cattedre di diritto penale, procedura penale e filosofia del diritto.
Le sue competenze e preparazione scientifica gli hanno consentito di redigere importanti sentenze costituzionali, tra cui la famosa n. 364/1988, che per la prima volta nella storia dell'ordinamento italiano consentì il superamento del principio di assoluta inescusabilità della ignorantia legis e che nell'estate del 1988 mi costrinse a rivedere ed aggiornare la mia tesi di laurea, che era già pronta. Una sentenza fortemente innovativa che ha segnato una svolta epocale per il diritto penale.

Nella conclamata incapacità dell'attuale Parlamento di scegliere, eleggendoli, due giudici della Corte Costituzionale, un ricordo di Renato Dell'Andro mi sembra più che doveroso.