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La nuova democrazia diretta. | Diritto | Eugenio Scagliusi

Eugenio Scagliusi

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La nuova democrazia diretta.

La nuova democrazia diretta.


Ancora un vecchio libro. Un’analisi datata 1922. Considerazioni di storia sociale e politica che meritano un’attenta riflessione. Perché leggere e studiare allarga gli orizzonti. Purtroppo non sempre si può contare su uomini di larghe vedute ed ampi orizzonti. Però ciascuno di noi potrebbe provarci…

“La fine dello Stato assoluto con l’Illuminismo impone il confronto della struttura statale con le forme sociali che avanzano imponenti sulla scena europea: la nazione, poi la classe operaia e infine la Chiesa, nel suo essere principio spirituale e ordinamento giuridico concorrente. L’azione di queste potenze sociali fa vacillare la legittimità del potere statale e scuote le basi stesse su cui si regge il sistema rappresentativo.

Si profila un nuovo assetto costituzionale. D’ora innanzi lo Stato comprenderà nelle sue categorie forze sociali, le quali tendono a acquistare qualità pubblica, e gruppi di interessati che assumono funzioni pubbliche. Ne consegue un mutamento di funzione della legge, che da prodotto esclusivo dell’attività parlamentare assume un carattere pratico e sperimentale – un provvedimento mirante a regolare esigenze della realtà concreta – e, inoltre, una dimensione contrattata, poichè gli interessi sociali concreti sono diventati l’oggetto della legislazione, così che l’azione dello stato si è avvicinata all’azione puramente sociale e per conseguenza la legge è costretta a perdere a poco a poco i suoi caratteri di generalità e astrattezza.

L’organo al centro della dialettica costituzionale non è più il Parlamento ma il governo, che assume sempre più su di sé l’onere dell’attività legislativa attraverso i decreti-legge, dipendendo dai bisogni espressi dalle forze sociali e sempre più vicino al corpo elettorale, dunque necessitato a fornire risposte normative immediate. Lo sviluppo economico prodigioso ha fatto sì che fra il singolo interesse privato e l’interesse generale si siano insinuati grandi interessi collettivi, e il principio dell’eguaglianza giuridica alla base dello Stato di diritto ha legittimato la richiesta di soddisfare tutta una serie di nuovi bisogni, anzi il dato epocale è che esso ha posto veramente il bisogno e la soddisfazione di esso alla base dell’ordinamento sociale segnandone la direzione in modo definitivo.

Un nuovo modello economico privatistico si impone su quello pubblicistico: una volontà individuale che tuttavia proprio in questa natura individualistica crea tutte le istituzioni e le forme del diritto pubblico. Le formazioni sociali finiscono per dettare allo Stato i confini dell’azione giuridica fino al graduale assorbimento nella società dell’attività e delle finalità dello Stato, imponendo a quest’ultimo di entrare sul mercato e diventare soggetto economico fra i soggetti.”

(da La nuova democrazia diretta, di Giuseppe Capograssi, 1922, Roma)