Giovedì scorso ricevo una telefonata in studio. Mi invitano ad
un incontro in cui si parla delle prossime elezioni politiche. Decido di
andarci. Un po' per aggiornarmi sull'argomento "candidature", un po'
per per salutare gli amici. E la mia mente si distrae. Penso a tutt'altro. Dopo
un'oretta tocca a me. Provo ad essere breve e conciso, ma comincio
dicendo che per quanto mi riguarda approvo di sicuro il pensiero di
quella prima amica intervenuta. Spiego: "Ho particolarmente apprezzato il riferimento al pater familias". I
presenti ridono tutti. Pensano che mi riferisca alla metafora proposta
dall'amica. Esprimo il mio pensiero. Dopo un'altra mezz'ora ci salutiamo
e torno in studio. Da tre giorni non riesco a distrarmi da quel mio pensiero. Ho
ricordato bene. La mente si è distratta giustamente. Pensieri che
volano, da giovedì pomeriggio ed ancora fino a stasera. E come spesso
accade, la "politica" non c'entra un bel niente. C'entra la "vita". Esagerato e grossolano, oggi, pensare che il frammento di Gaio possa avere ancora un valore giuridico e sociale. Ma
mortificante e deprimente, oggi, pensare che la "solidarietà familiare"
perda sempre più il carattere, primo, della "gratuità" e venga invece
condizionata da altri caratteri.
Dopo una breve introduzione, gli amici esprimono a turno la propria opinione.
Interviene
per prima una donna, mia coetanea. Mi colpisce un suo riferimento al
diritto romano. Usa come metafora il concetto di pater familias e di emancipatio.
Brutto
guaio il piacere di leggere e studiare. Peggio quando ti fa venir
voglia di ricordare vecchie cose, abbandonate da tempo. Ho ripreso il
mio vecchio Fontes, un piccolo libricino che raccoglie le fonti
più importanti per gli esami di Istituzioni di Diritto Romano e di
Diritto Romano. Vado a cercarmi un frammento di Gaio (2.87), che ricorda
la regola secondo cui "..quod liberi nostri quos in
potestate habemus mancipio accipiunt vel ex traditione
nanciscuntur...vel ex alia qualibet causa adquiruntur; id nobis
adquiritur; ipse enim, qui in potestate nostra habemus, nihil suum habere potest...". Farebbe, più o meno, "Tutto ciò che i figli che abbiamo in nostra potestas acquistano tramite mancipatio o traditio, o per altra qualsivoglia causa, è acquistato da noi; infatti chi è sotto la nostra potestas non può avere nulla di suo".
Un tempo il pater familias manteneva la potestas fino alla morte e la possibilie emancipatio del figlio apparteneva alla sua volontà esclusiva. Ma tempo e costumi si evolvono. Con essi anche i sistemi giuridici.
Così adesso ci si può emancipare dal pater (come dalla familia)
anche prima della sua morte e nonostante si sia stati beneficiati di
“beni” e “liberalità”. Fa parte della vita, prima ancora che del
diritto.