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Eugenio Scagliusi

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Amare, la legge primaria di vita

Amare, la legge primaria di vita


La breve riflessione che qui viene proposta anticipa la imminente pubblicazione di Eugenio Scagliusi, Un nuovo volto per il diritto, edito da Edizioni VivereIn.
Con i limiti di ogni sintesi, la pubblicazione indaga se esista e quale sia la “legge prima”, la più profonda dei cuori, che possa assurgere a motore del tutto. Con l’auspicio che essa, se correttamente individuata, possa ispirare e condizionare l’azione operosa di ognuno e, attraverso il cammino dell’esperienza comune, animare correttamente il mondo storico.

La frase “Ama e fai ciò che vuoi” è una di quelle più conosciute di sant’Agostino e che sintetizza al meglio la dimensione dell’amore quale legge che, presente all’interno del soggetto, è massimamente idonea a regolare in modo corretto ogni relazione. Perché chi ama – precisa Agostino – non può fare che bene.

Quella dell’amore è la legge eterna e suprema su cui fondare la nuova civitas. Ad essa si deve sempre obbedire “…con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze…”, per dirla come si rammenta nel testo evangelico della “Parabola del buon Samaritano”.

Agostino inserisce la frase “Ama e fai ciò che vuoi” in una delle sue omelie a commento della I lettera di San Giovanni, all’interno della quale Dio, ciò che era da principio, il Lògos della vita (1 Gv., 1, 1), viene definito come Amore (1 Gv. 4, 8).

L’amore costituisce valore e legge primaria in quanto ripetizione (e forse, meglio, generazione) di un Amore Superiore, proprio del Lògos. Amare è l’azione perfetta, quella più piena e completa; è, dunque, vita operosa di chi, aspirando costantemente al bene, contribuisce alla costruzione di un nuovo ordine sociale, superando i conflitti tipici delle diverse individualità, in tal modo anche preoccupandosi di accomunare soggetti differenti alla ricerca di una verità comune.

Il primato dell’amore trova origine nel primo atto, nella forza creatrice del mondo. Nel Lògos – Amore si rinviene l’atto iniziale di una relazione che sottende l’intera storia, conseguenza diretta di quell’inizio. La forza dell’amore sta in questa sua origine ed essenza: il mistero dell’essere si svela come amore assoluto. Amore è ciò che esiste fin dagli inizi, dalla fondazione del mondo, esplicitato nella dimensione del far vivere l’altro, che è presente anche nella esperienza generativa umana.

Da sempre esistente, l’amore è legge naturale completa di vita, di ordine assoluto e superiore, presente e scritta nei cuori e nella mente. In quanto già presente e scritta, per conoscerla basta cercarla e leggerla proprio lì dove è infusa, nella parte più intima del soggetto. Scritta nei cuori e nella mente di ogni soggetto, li vincola attribuendogli la facoltà di discernere il bene dal male, ciò che è buono ed onesto, indicando ciò che va fatto ed in contrario disapprovandolo. Non può essere ignorata da chiunque abbia l’uso del lògos, della ragione. Così, il vincolo che discende dall’amore, dalla legge d’amore, ha origini innate, interne al soggetto, prima ancora che esterne. La legge d’amore appartiene propriamente al soggetto, dal quale è conosciuta quale espressione quasi inconsapevole dell’Amore Superiore. Per questo motivo la legge d’amore si affina e completa attraverso il corretto operare quotidiano, facendone costante applicazione. Attraverso l’azione quotidiana, la stessa esperienza comune si arricchisce ed a sua volta aggiunge ricchezza all’idea di amore, di bene, di bellezza. In fondo, è questo ciò che tutti gli esseri desiderano e vorrebbero per sé.

Quella dell’amore è la regola aurea, sintetizzata evangelicamente nel fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te, regola universale di diritto – dovere scolpita nel tempo e divenuta base ontologica di ogni società civile, pur declinata nei diversi modi dal pluralismo culturale, base fondante ogni manifestazione applicativa del principio di giustizia distributiva. Unico precetto che, pur nella mutevolezza della giustizia materiale, non è mai cambiato, rimanendo costante nel tempo e nello spazio.  

Anche i più scettici dovrebbero condividere il primato della regola aurea. Perché tutto quello che fai all’altro, ma non vuoi che sia fatto a te, è un “male”, qualcosa che evidentemente non andrebbe fatto.

La legge d’amore, regola aurea, è ciò che consente di fondare il rapporto sociale e guidare il costruirsi dell’esperienza pratica comune sulla solida roccia di un imperativo etico superiore proprio perché innato e presente nella coscienza interiore. È una legge oggettiva che guida il soggetto a spogliarsi dei propri interessi, ad uscire dai propri limitati confini, a schiudere i propri sentimenti verso un orizzonte più vasto e costituito dai sentimenti altrui affinché siano conosciuti, apprezzati, condivisi. Una speciale comunione che consente di superare ogni forma di egoismo, di interesse e passione personale.

Siamo chiamati, tutti, a fare della legge d’amore fondamento supremo della nuova civitas, “con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze”. Credere e rivendicare fortemente il primato della legge d’amore nella quotidianità, ci consentirebbe anche di lavorare, tutti, alla costruzione di un nuovo diritto.

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