Non credo vi sia una domanda con il maggior numero di risposte che quella su cosa sia politica. Cos’è la politica.
Provi, il lettore, a sospendere la lettura di questa riflessione e a riprenderla subito dopo aver svolto una sia pur piccola indagine.
Cos’è la politica. Risposta sicuramente non agevole. Qualunque risposta o definizione apparirebbe parziale, semplicistica, approssimativa. Si andrebbe dal rischio di limitarsi a ricordare l’etimologia classica del termine fino all’avventurarsi in dotte disquisizioni filosofiche, dovendo finanche regi-strare pericolose espressioni, non proprio eleganti, da parte dei non pochi scettici delusi – a vario titolo – da ciò che comunemente, per opinione generale, si intende per politica, cioè il governo della cosa pubblica.
E già questa costituisce, in realtà, una tra le possibili risposte.
Peraltro,
in contraddizione a fronte della infinita varietà delle risposte su
cosa sia la politica, alla ulteriore possibile domanda su quale sia il
fine della politica segue un coro pressoché unanime: il
raggiungimento del bene comune. In cosa consista, però, il “bene comune”
ritorna ad essere un enigma. Tanto più che tutti si affannano a
giustificare le scelte di tipo “politico” più disparate come lo
strumento per il raggiungimento del bene comune. Così, come per tante
altre nozioni, anche quella di “bene comune” assume i significati più
diversi e spesso tra loro contrastanti, con il risultato di confondere
ancor più le idee.
La riflessione che qui si propone ha lo scopo di
offrire una risposta alla domanda. Una risposta, appunto; una delle
tante risposte possibili. O forse l’unica? Certamente l’unica per me.
Non ho più dubbi da diverso tempo. Non esistono compromessi. Non vi sono perplessità. Ciò che emerge da queste riflessioni è la politica. E non già quello che la politica dovrebbe essere. Chè, in realtà se appare diversamente è perché il giudizio è viziato da condizionamenti ad essa estranei che sembrano prevalere solo perché ci si distrae proprio dall’essenza della politica, con il risultato di confonderla con altre manifestazioni delle vicende umane. Quella che appare o che comunemente intendiamo come tale, non è politica; è altro. Purtroppo lo confondiamo, fino a non avere più capacità di distinzione.
Così, al termine della lettura emergerà quello che la politica è. E la (apparente) presunzione insita in tale categoricità potrà essere quantomeno dubitata e, per l’appunto, stimolare riflessioni ulteriori. Che è, poi, l’obiettivo che qui si vuole raggiungere: poter quantomeno dubitare, anche per i più scettici, che il termine politica abbia un significato univoco, come proposto.